Wealth tech e open innovation
L’evoluzione del Wealth Management in un’ottica di ‘Open Innovation’, questo il titolo di un interessante convegno-webinar organizzato da CeTIF Università Cattolica il 28 maggio 2020. Un panel ricco di esperti esponenti dal mondo dell’Accademia, degli Organi di Vigilanza, e dei player del private banking. Tra le considerazioni emerse nel corso degli interventi indichiamo alcuni takeaways. 1. i principali elementi che impattano il wealth management sono: crisi sanitaria e economica, i canali evolvono da fisici a digitali,i cambiamenti sono tanti e veloci, la banca deve riconoscere i macro e micro trend. 2.occorre innovare la catena del valore del segmento wealth management, in dettaglio nelle fasi: onboarding & KYC, Asset Allocation e portfolio selection, monitoring & rebalancing, customer relationship. 3. Il settore del wealth management italiano è altamente innovativo. 4. Le attese per il futuro: occorre creare valore mediante l’innovazione e gli approcci strategici devono improntarsi a open innovation, si evidenzia un incremento notevole delle partnership tra private banks e aziende innovative del mondo fintech. Altri temi trattati hanno riguardato i risultati di un’indagine sul roboadvisory: quale è la propensione alla consulenza automatizzata, e come è percepito il robo-advice dalla clientela? A chiusura dei lavori è emerso che un player di wealth management può utilizzare un modello di business che ‘levereggia’ il digitale, la banca private è una piattaforma aperta e integrata (servizi, tecnologia, prodotti) in un ecosistema digitale in cui il cliente interagisce col suo banker di fiducia (digital collaboration) rivoluzionando il modello tradizionale a blocchi (backoffice, middleoffice e frontoffice) e sostituendolo col modello end to end (seguire il cliente da inizio alla fine ad es. per il passaggio generazionale). Ma il banker è e resta sempre l’interlocutore di riferimento.