di Ivo Invernizzi
Secondo l’ultimo Rapporto di Stabilità Finanziaria pubblicato da Banca d’Italia il 19 novembre 2021, il ROE (Return on Equity) indicatore per eccellenza della redditività netta delle banche italiane è aumentato sensibilmente confrontando il dato di fine primo semestre 2020 (2.9%) con quello di fine primo semestre 2021 (8.9%) (si veda a tale proposito pag. 45 del Rapporto). In particolare, le variazioni di maggior rilevanza sono riconducibili a sei fattori, dei quali quattro hanno fornito un contributo positivo e due un contributo negativo alla variazione totale.
Hanno contributo positivamente questi quattro driver:
- Le commissioni
- La riduzione dei costi operativi.
- Le minori rettifiche su crediti.
- I maggiori ‘altri ricavi’.
Hanno contribuito negativamente questi due driver:
- Il margine d’interesse.
- Altre voci di conto economico.
Entrando nei dettagli numerici, il rapporto afferma che:
- ‘La riduzione delle rettifiche di valore su crediti ha contribuito in misura rilevante, al miglioramento della redditività, determinando un incremento del ROE di 3,7 punti percentuali.’
- ‘Il margine di intermediazione e salito del 7,9 per cento. Le commissioni nette sono aumentate del 13,5 per cento rispetto al primo semestre del 2020.’
- ‘Il margine di interesse ha invece contribuito negativamente alla variazione del ROE, riducendosi del 2,5 per cento.’
- ‘Anche il calo dei costi operativi (2,5 per cento) ha contribuito al miglioramento del ROE.’
Il rapporto evidenzia inoltre che, il ROE atteso delle banche italiane per il 2021 potrebbe aggirarsi sul 5.9%. Dei fattori su elencati, a noi di AnalisiBanka preme porre particolare attenzione al beneficio derivante alla variazione positiva delle rettifiche per svalutazioni crediti, che, come ricorda Banca d’Italia, sono state determinate da ‘riclassificazione di una quota significativa dei prestiti in bonis nello stadio 2 dell’IFRS9. Aggiungiamo inoltre che questo beneficio ai conti economici bancari italiani rivela l’adeguatezza delle politiche di accantonamento prudenziale per svalutazioni crediti adottate lo scorso anno dalle banche di casa nostra a seguito dell’irrompere della pandemia. Se estendiamo l’analisi al contesto bancario europeo, è da ricordare che, secondo uno studio pubblicato da Standard & Poor’s il 12 aprile 2021 e denominato ‘European banks’ loan loss provisions set to decline in 2021 after 2020 peak’, 25 maggiori banche europee hanno registrato un aumento anno su anno degli accantonamenti per perdite sui prestiti, con molte banche che hanno raddoppiato o addirittura triplicato i loro accantonamenti mentre si preparavano all’impatto del COVID-19.