di Ivo Invernizzi
Secondo il report, ‘European Banking Consolidation’, pubblicato da KPMG l’8 gennaio 2021, esistono sei driver che nel 2021 influenzeranno i trend delle M&A nel settore bancario in Europa, e in particolare:
- le linee guida BCE sul consolidamento del settore bancario europeo
- il riconoscimento dei goodwill
- la riduzione di costo e le sinergie da fusione
- il derisking dei pacchetti di NPL e l’adeguatezza del capitale
- i bassi tassi di interesse e i significativi investimenti in tecnologie
noi di AnalisiBAnka reputiamo che questi sei driver possano agire come leve formidabili tanto sul lato costi che sul lato ricavi del conto eonomico, quindi sulla profittabilità gli utili e conseguentemente sul patrimonio netto, sempre e comunque alla luce dell’approccio di vigilanza prudenziale delineato da BCE in tema di fusioni, perché secondo BCE, come noto, l’efficacia delle fusioni ‘buone’ è tale se basata sulla sostenibilità del business model della realtà bancaria che nascerà dalla fusione e sull’adeguatezza del framework di governance e risk management, alla condizione che venga stabilita ‘l’idoneità’ o rispetto di determinati parametri quali-quantitativi nella realtà che nascerà dalla fusione, in particolare:
- Il requisito di capitale di secondo Pilastro Pillar 2 Requirement (P2R) (binding sotto il profilo legale).
- La Pillar 2 Guidance (verificata mediante gli stress test EBA).
- Il trattamento prudenziale del badwill o differenza negativa di fusione.
- Gli accordi transitori per l’utilizzo dei modelli interni.
Detto questo, in alcune ulteriori analisi focalizzate sul settore bancario italiano presenti in un altro studio, le fusioni sarebbero solo una delle possibili vie alla creazione di valore azionario, ma non l’unica e esclusiva. In tal senso, gli esperti di KPMG sostengono esistano ‘a campione’ tre fondamentali modelli di business bancario in Italia : un modello benchmark rappresentato da due noti marchi bancari l’uno di grandi dimensioni, l’altro di medie dimensioni che costituiscono i ‘campioni da imitare’ avendo essi conseguito nel 2020 un ROE compreso tra il 4.5% e il 6%. Ci sono poi altri due modelli: quello di altri player importanti in cerca di combinazioni mediante operazioni di aggregazione, e infine un modello che caratterizza un noto marchio dell’investment banking che basa la propria redditività sull’attività di corporate banking destinato alle aziende e sul wealth management per High Net Worth Individuals forte di una rete di private bankers molto competitiva e ben strutturata.