Le big del banking USA escono da Net Zero Banking Alliance – Gennaio 2025

di Ivo Invernizzi*

Net-Zero Banking Alliance (NZBA), una convenzione tra banche studiata per incentivarle a ridurre il finanziamento a settori ad alta emissione di carbonio e al fine di raggiungere lo zero netto entro il 2050, è stata abbandonata  da sei grandi marchi del banking USA l’8 gennaio 2025. Le sei istituzioni finanziarie uscite da NZBA sostengono in dichiarazioni pubbliche che la decisione di lasciare NZBA non influisce sui loro impegni individuali sul clima. Le alleanze sul clima sono state create per incoraggiare il settore finanziario a tenere in adeguata considerazione il costo ambientale a lungo termine del supporto finanziario a petrolio, gas e carbone.

Secondo alcuni analisti, tale mossa rifletterebbe il desiderio delle banche statunitensi di proteggersi dalla crescente pressione politica mentre Donald Trump torna alla Casa Bianca.
• NZBA si sta preparando per altre uscite dagli Stati Uniti,
• l’impatto reale delle defezioni complessive dalla NZBA non è tuttavia ad oggi chiaro
• le banche USA hanno peraltro collettivamente intensificato il finanziamento dell’industria dei combustibili fossili da quando l’alleanza è stata fondata nel 2021.
• L’adesione a NZBA nel caso americano è stata probabilmente più una “segnalazione di virtù” simbolica che di “impatti climatici significativi”.
• Già nel 2022, due grandi investment bank americane erano tra le banche che si sono opposte agli obiettivi sulla finanza per il clima.
• In sintesi, le banche americane continuano a raccogliere profitti a breve termine restando fedeli ai produttori di combustibili fossili.
• Nel 2021, quando è stata fondata NZBA, le banche che ora lasciano la convenzione avevano pubblicizzato molto la loro adesione.

Glasgow Financial Alliance for Net Zero (GFANZ)

• Un’altra importante convenzione climatica, Glasgow Financial Alliance for Net Zero (GFANZ), ha affermato che avrebbe “richiesto ai firmatari di stabilire obiettivi intermedi e a lungo termine allineati alla scienza per raggiungere lo zero netto entro il 2050″.
• Secondo GFANZ, le banche aderenti sono inoltre tenute a fornire obiettivi per il 2030 per dimostrare di essere sulla buona strada e documentare i loro progressi.
• GFANZ ha concluso il 2024 ‘ricalibrando’ la sua missione,  in parole semplici
• In futuro, GFANZ renderà la sua guida disponibile alle società finanziarie, indipendentemente dal fatto che si siano impegnate o meno in un’alleanza per net zero.
• GFANZ afferma che la mossa consentirà a qualsiasi istituto finanziario che lavori per mobilitare capitali e abbassare le barriere al finanziamento della transizione energetica di partecipare.
• GFANZ si è quindi ristrutturata nelle ultime settimane: sta passando a un gruppo di direttori indipendenti, guidato da CEO e dirigenti di istituzioni finanziarie. Questo rimuove il requisito per i partecipanti alle attività di GFANZ di essere membri delle sue otto alleanze di settore, tra cui NZBA
• Due noti player del banking americano, usciti da NZBA ma tuttora presenti in GFANZ, pare abbiano dichiarato che intendono invece concentrare la propria attenzione sull’organizzazione partner di NZBA, la Glasgow Financial Alliance for Net Zero (GFANZ).

Le banche europee e la politica USA

• Le banche europee, soggette a normative climatiche molto più severe rispetto alle loro omologhe statunitensi, finora non hanno mostrato alcun segno di voler abbandonare la NZBA
• E i rappresentanti di tali grandi banche con sedi centrali che vanno da Londra ad Amsterdam a Francoforte hanno dichiarato che intendono restare in NZBA.
• “La nostra posizione è molto chiara”, non abbiamo assolutamente intenzione di lasciare la NZBA hanno fatto sapere tali banche europee
• Il riscaldamento globale è ora sulla buona strada per superare la soglia critica di 1,5 °C, sollevando interrogativi sul valore di avere società finanziarie che affermano di poter ancora allineare le loro operazioni a tale obiettivo.
• Le banche riflettono l’economia reale, quindi se l’economia reale rimane basata sugli idrocarburi, allora anche le banche la rifletteranno.
• L’organizzazione ambientalista Environmental Advocates NY afferma che il governo federale deve ora considerare mediante regole chiare di costringere le banche a imporre limiti di finanziamento per allinearsi agli obiettivi climatici, comprese le restrizioni mirate ai combustibili fossili.
• Gli analisti politici sostengono che i repubblicani hanno avuto successo nei loro sforzi per far ritirare tali banche dagli impegni climatici.
• I gruppi di ambientalisti americani hanno messo in dubbio l’efficacia della NZBA sin dal suo inizio, notando la sua forte inclinazione verso l’Europa, dove ha sede oltre la metà dei suoi membri, e la mancanza di interesse da parte delle banche nell’area Asia-Pacifico.
• Secondo alcuni analisti, il ritorno di Trump alla Casa Bianca il 20 gennaio 2025 rallenterà la spinta verso emissioni nette zero di gas serra negli Stati Uniti. Il presidente eletto ha promesso di rimuovere gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi, il principale trattato internazionale sui cambiamenti climatici.

Le sei banche che escono da NZBA hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche per affermare di riconoscere ancora la decarbonizzazione come un obiettivo degno. Nessuna ha tuttavia fornito una ragione ufficiale per abbandonare l’alleanza. Nel 2024, un noto marchio del banking USA guidava la classifica delle banche che sottoscrivono obbligazioni emesse da società petrolifere, del gas. Con riferimento alle national champion del banking europei tuttora aderenti a NZBA, certamente  tale adesione e fedeltà si traduce in un importante ritorno di immagine riguardo il loro impegno climatico ma anche in notevoli costi a conto economico (da implementazione organizzativa e operativa interne) e in minori NII  (Net Interest Income) derivanti dall’esclusione o riduzione da attività di intermediazione finanziaria verso aziende appartenenti a determinati settori economici  ‘brown’ (vedasi ad esempio building o oil & gas). Tale fattore, parrebbe porle in posizione di svantaggio competitivo rispetto ai grandi player del banking USA usciti recentemente da NZBA . Ma non è tutto: alle sei grandi banche americane in uscita da NZBA si sono unite altre quattro importanti banche canadesi top player venerdì 17 gennaio 2025.

*“i contenuti sono riferibili unicamente all’autore ed esprimono la sua personale opinione  al 19/01/2025, non costituiscono alcuna raccomandazione d’investimento e non impegnano le società e istituzioni di appartenenza”

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RIFERIMENTI

Net Zero Banking Alliance, 2021

https://www.unepfi.org/net-zero-banking/

Glasgow Financial Alliance for Net Zero

https://www.gfanzero.com/

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