di Ivo Invernizzi
Desideriamo riportare all’attenzione del lettore che la crisi del Covid-19, combinata con un contesto di tassi di interesse bassi per un periodo prolungato, potrebbe avere un impatto significativo sugli utili e sul patrimonio delle banche nel mondo. Il rischio di tasso di interesse nel portafoglio bancario, meglio conosciuto come Interest Rate Risk of the Banking Book (IRRBB) in questo contesto di tassi bassi, bassa propensione ai consumi, forte incentivo al risparmio per sicurezza e inflazione ai minimi, è una delle leve di risk management più importante nella Banca che vuole uscire vincente dalla crisi. Ricordiamo che, rischio di tasso di interesse nel portafoglio bancario (IRRBB) è inteso come rischio per entrambi utili da interessi (Net Interest Income NII) e valore economico del capitale (Economic Value of Equity o EVE) di una istituzione finanziaria derivante da impatti negativi movimenti dei tassi di interesse su sensibili posizioni sul portafoglio bancario. Nei frangenti odierni, le banche fungono da volano per veicolare le politiche dei governi mediante il credito garantito dallo Stato e le moratorie, ma debbono sia inequivocabilmente perseguire obiettivi d’interesse pubblico legati all’emergenza che attanaglia le economie avanzate da mesi, sia salvaguardare al contempo la propria redditività monitorando i nuovi rischi. Non si tratta solo di misurare l’incidenza del rischio di tasso sul portafoglio bancario ma di misurare l’incidenza della crisi in generale sia sugli utili sia sul patrimonio. Se da un lato nel caso europeo l’efficacia delle politiche monetarie accomodanti di Lagarde si è fatta sentire soprattutto con TLTRO III e col programma straordinario di acquisti titoli PEPP, le banche hanno dovuto fronteggiare la caduta dei tassi sia dal lato redditività degli impieghi creditizi classici, sia dal lato rendimenti in picchiata sugli attivi investiti in titoli obbligazionari con ROE bancari molto penalizzati, spesso e volentieri di ben poco al di sopra dei rispettivi costi del capitale. Non dimentichiamo poi l’obiettivo di contenere i costi soprattutto del personale di strutture di rete tradizionali molto appesantite anche pre-crisi. Col restringimento del divario tra tassi attivi e passivi all’origine del Margine di Interesse (NIM) nelle maggiori economie mondiali, Covid-19 ha complicato la valutazione dei rischi connessi al portafoglio crediti, che lo ricordiamo ancora una volta, potrebbero riverberarsi nel 2021 in un aumento delle posizioni deteriorate NPL dovute alle difficoltà che le imprese hanno dovuto fronteggiare nel 2020. Covid 19 ha stravolto anche le ipotesi di modello e di conseguenza, la modellazione del rischio tasso e di credito basata su dati storici e ipotesi. Ricordiamo inoltre che, l’accantonamento per rischio di credito (con rilevanza limitata delle PD storiche) o la valutazione del rischio operativo (a causa dell’estensione dell’ ambiente di lavoro remoto per il personale bancario) non sono mai stati così complessi e per così dire ‘nuovi’. Nei frangenti di questa terribile e prolungata pandemia, è complesso per le banche monitorare l’impatto del previsto movimento dei tassi di interesse sugli utili e sui mezzi propri prendendo in considerazione una gamma di scenari macroeconomici del tutto nuovi. Per le banche, il ‘new normal’ del coronavirus si sta manifestando secondo due modalità: 1. Una difficoltà nel mantenere margini commerciali accettabili; 2. Un cambiamento nei comportamenti di risparmio, pagamenti e credito dovuto alla pandemia, in particolare un massiccio ricorso alle tecnologie digitali, che non di rado consentono al cliente di ‘bypassare’ lo sportello bancario fisico. Passando all’esame dell’IRRB in senso stretto, ci sono due importanti punti di attenzione per i lettori nello scenario contemporaneo: 1. Il flattening della curva dei rendimenti in alcuni stati si è contrapposto allo steepening in altri stati con riduzione repentina dei tassi a breve termine forse imputabile a massicce emissioni di titoli governativi a breve termine nonostante l’intervento in Easing di politica monetaria marcatamente espansivo di non poche banche centrali. 2. E ancora, lo studio dei modelli comportamentali della clientela sul risparmio e i sui pagamenti in questa crisi è diventato importantissimo sia per ridefinire le metriche sia le metodologie di hedging di questa particolare categoria di rischio tasso (IRRB). In Europa, gli emendamenti di natura regolamentare hanno riguardato in particolare sia l’introduzione di un approccio di risk managemente standard classico, sia di un metodo standard semplificato per quanto attiene l’ IRRB, al quale si sono aggiunti il monitoraggio del Credit Spread Risk of the Banking Book (CSRBB) per le attività ‘non di trading’ e della performance dello Standard Outlier Test (SOT) sia riguardo il margine netto d’interesse NII sia sul valor di capitale economico EVE. Le azioni di governance suggerite da alcuni esperti per un miglior controllo dell’IRRB potrebbero essere la sua integrazione nella strategia generale della Banca, l’individuazione di triggers di NII e EVE e dei sottotipi di rischio come gap, basis e option risk, infine lo sviluppo di modelli appropriati di natura comportamentale di credito pagamento e risparmio per la clientela, anche per la Stress Test Analysis. L’adeguamento degli standard di raccolta e trattamento dei dati con metodologie di Intelligenza Artificiale per ottenere misure robuste di IRRB passa attraverso la coerenza coi processi di adeguatezza patrimoniale e di liquidità (ICAAP e ILAAP). Da cio’ diviene cruciale definire strutture in strumenti derivati che quantifichino esattamente la possibilità di hedgiare il rischio tasso delle poste di Banking Book ma siano anche fattibili sotto il profilo contabile (vedasi Hedge Accounting nel nuovo IFRS9)