Etica ed Economia – Settembre 2024

di Giovanni Rosario Clemente*

In questi ultimi anni capita spesso di sentire parlare di Etica ed Economia. Ma che cosa rappresentano, che significato hanno, cos’hanno in comune nella realtà attuale?  Il presente articolo cercherà di chiarire nel modo più semplice possibile i due concetti, senza approfondirne le singole discipline (filosofia, etica, economia, morale), al fine di dare una visione del rapporto tra le due parole calate nella realtà attuale.
Come sappiamo, la parola “economia” identifica la scienza che ha per oggetto fenomeni collegati alla produzione di beni e servizi, alla loro distribuzione e consumo delle ricchezze prodotte, atti a soddisfare i bisogni degli esseri umani. Viceversa, il termine “etica” identifica quella filosofia e quella stessa pratica, che attiene al comportamento dell’uomo, alle sue consuetudini, al costume di vita dal punto di vista morale, educativo, dell’essere umano e dove si identifica, il cosiddetto “credo” dell’uomo.
Ora, quando parliamo di economia e di etica è importante capire il nesso ed il collegamento tra i due termini. Infatti, se ho un’impresa che produce beni e servizi per venderli ai clienti ma inquina l’ambiente, crea sicuramente ricchezza patrimoniale, ma nello stesso tempo arreca un danno sia alla comunità, che alla zona dov’è ubicata l’azienda. Tali danni, sono soprattutto ecologici e si possono riscontrare negli scarti dei rifiuti tossici, che purtroppo ed il più delle volte vengono scaricati e sversati nei laghi, nei fiumi e nei terreni coltivabili. L’esperienza della più grande acciaieria italiana ed Europea come l’Ex ILVA di Taranto a tal proposito ha fatto scuola. Dopo tanti anni di vicissitudini giudiziarie, economiche e finanziarie, attualmente si trova in amministrazione straordinaria per insolvenza finanziaria poichè la produzione di acciaio è ridotta ai minimi termini ed i costi fissi sono aumentano di giorno in giorno. Ma quali sono state le cause di tutto ciò? La maggiore criticità dell’azienda è stata quella di avere inquinato e contaminato tutto l’ambiente ed il territorio circostante attraverso la diffusione di sostanze nocive per la salute come il nichel, il piombo, lo zinco, gli ossidi di ferro, etc. Quindi, l’importanza dell’etica in economia fa emergere il collegamento che sussiste tra processi produttivi aziendali e scelte utili e quantomeno non nocive per la comunità, valorizzando la dimensione umana, la crescita e lo sviluppo del progresso umano. L’economia ci permette di conoscere e studiare le imprese, la loro organizzazione, il mercato di riferimento, l’inflazione (aumento dei prezzi), la stagnazione, lo sviluppo, la crescita del P.I.L., la recessione, fornendoci teorie e modelli per capire come intervenire in base alle variabili e alle circostanze produttive che si creano. Quindi le aziende pubbliche o private che siano, rappresentano il motore di un’economia, in quanto tale devono riconoscersi come aziende socialmente responsabili operando nel rispetto della persona, della comunità e dell’ambiente. Fenomeni come lo sfruttamento del lavoro, oppure la mancanza di regole e di norme per la sicurezza dei lavoratori, se è vero che dal punto di vista economico/finanziario hanno un significato ben preciso e cioè, produrre a costi competitivi, sono comunque esempi del rapporto fondamentale ed imprescindibile, che deve sussistere tra l’etica e la stessa economia. Papa Francesco ha evidenziato” la necessità di contrastare lo sfruttamento dei lavoratori promuovendo il lavoro femminile e favorendo l’ingresso dei giovani nel lavoro, con contratti dignitosi e non da fame”. Secondo gli scritti al World Economic Forum a Davos “…Vi chiedo di fare in modo che la ricchezza sia al servizio dell’umanità e non la governi”. Parole eloquenti, che evidenziano come l’economia non debba basarsi solamente sull’interesse ed il vantaggio personale o solamente sull’utile aziendale, ma deve prestare attenzione anche al bene comune, fornendo servizi per il benessere dell’uomo e della stessa società. L’economia studia la domanda di beni e servizi, che tutti noi richiediamo alle imprese e che quest’ultime, cercano di produrre per distribuirli in maniera efficiente ed efficace sul mercato. Sia la domanda che l’offerta di beni vengono proposti ad un prezzo che tutti noi consumatori siamo disposti a pagare per acquistarli. Quindi il prezzo dei beni rappresenta un dato molto importante sia per noi consumatori che per lo stesso imprenditore.
Se l’imprenditore non produce beni e servizi a costi competitivi, sarà costretto a ridurre la produzione, creare magari prodotti di bassa qualità, riducendo il personale e ancor di più a delocalizzare la produzione per non chiudere l’azienda. L’imprenditore in economia ha la libertà di creare ricchezza, innovazione di prodotti, attraverso l’organizzazione dei fattori produttivi ma se non riesce ad essere competitivo sul mercato dovrà purtroppo fare delle scelte per la stessa sopravvivenza dell’azienda. In questi ultimi decenni, si è assistito al fenomeno della delocalizzazione produttiva delle aziende, portando cioè la produzione all’estero. In Italia in particolar modo tante ditte medio/piccole (artigianali), sono state costrette a chiudere o a cedere l’attività perchè non riuscivano ad ammortizzare i costi produttivi con un impatto sociale ed ambientale non propriamente sostenibile, retribuzioni non tanto eque per i dipendenti quindi licenziamenti e cassa integrazione per i lavoratori.
L’economia identifica diverse discipline e materie al fine di trovare il giusto approccio metodologico per una soluzione corretta ad un’eventuale criticità sistemica, distinguendo: l’economia politica, l’economia monetaria, della produzione, della finanza, della demografia, dell’ambiente, del benessere e del welfare. Sono proprio queste due ultime (Welfare – State), che analizzeremo un pò più da vicino, in quanto fanno emergere una stretta correlazione tra etica – economia e norme a cui dovrebbero rifarsi. In Italia la Costituzione prevede tre articoli fondamentali per identificare tale rapporto: L’Art.2 dove si esplicita che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale”. Dunque, è la persona umana il punto fondamentale della nostra Carta costituzionale e viene raffigurata nell’etica pubblica, che viene esercitata nel riconoscimento e nel rispetto incondizionato della dignità umana, senza i quali non possono esistere valori come l’uguaglianza, la libertà, la giustizia, la solidarietà, la pacifica convivenza e soprattutto i valori della cultura e del benessere della società. L’Art.3 dove lo Stato riconosce il “Diritto al lavoro” per qualsiasi cittadino. L’Art. 38 della Costituzione, che prevede la “tutela previdenziale ed assistenziali dei cittadini” da parte dello Stato per la protezione dei lavoratori e di alcune categorie di cittadini a rischio come i meno abbienti, gli infermi, i disabili, i disoccupati e gli anziani. Certamente, dal punto di vista economico/finanziario, il nostro sistema potrà reggersi sui contributi e sulle relative imposte versate sia dei lavoratori attivi, che dalle aziende (Irpef e Ires), sullo sviluppo di nuove imprese e su determinate tipologie di investimenti.
Ma le norme Costituzionali che abbiamo visto, hanno la finalità e gli obiettivi di regolare la nostra comunità Statuale, per promuovere e ridurre le disuguaglianze sociali, perseguendo principi etici e morali conformi alle regole di vita economica della nostra comunità.
Il valore etico in economia dovrebbe essere visto anche negli investimenti (pubblici e privati), relativamente al costo/opportunità: è meglio costruire una diga per portare acqua potabile ed irrigare i campi, oppure costruire una strada? Ed è proprio in tale ambito etico e morale che il mercato economico si dovrebbe arricchirebbe di capitale, sotto forma di patrimonio sociale e culturale, dove il rispetto delle disuguaglianze sociali, delle persone e dell’ambiente, dovrebbero costituire l’asse portante.
Quando in economia si parla di costi/opportunità, s’intende generalmente il rapporto tra costi e ricavi di un determinato investimento. Ma occorre sottolineare che tale rapporto non comporta necessariamente un esborso economico, bensì modalità di scelte e di strategie, dove l’essere umano, la persona, l’individuo nonchè il suo stesso modo di pensare e di agire, rappresentano il migliore investimento economico.

“I contenuti sono riferibili unicamente all’autore ed esprimono la sua personale opinione al 20/09/2024. Non costituiscono alcuna raccomandazione d’investimento e non impegnano le società e istituzioni di appartenenza”.

*Esperto formatore in Bancassurance

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