di Ivo Invernizzi
Nelle trimestrali bancarie troviamo a conto economico una voce fondamentale per capire se la Banca è profittevole cioè l’NII, Net Interest Income o margine d’interesse (utile netto da interessi). Si tratta del ‘cuore’ della redditività derivante dall’attività creditizia di gestione caratteristica operativa della Banca. In una definizione puramente accademica, il margine d’interesse (MDI) o NII è la differenza tra i ricavi generati da attività fruttifere e il costo del servizio alle passività bancarie. Le passività bancarie in genere sono costituite principalmente dai depositi della clientela. Per le banche, le attività includono tipicamente crediti corporate e retail, mutui, crediti immobiliari e titoli di investimento. Semplificando all’estremo, l’NII potrebbe ottenersi come differenza tra il tasso medio attivo sugli impieghi e il tasso medio passivo, moltiplicata per volume dei crediti. Nel caso specifico degli attivi finanziari investiti in bond (portafogli proprietari obbligazionari) dalla Banca, quindi dei titoli, l’NII deriva dalla differenza tra le cedole dei bond e il costo del funding effettuato ad esempio mediante operazioni di pronti contro termine atte a finanziare il portafoglio stesso. Tornando ai numeri che troviamo nelle trimestrali per quanto riguarda l’NII, si usa misurarne sia la grandezza stock sia la variazione percentuale sul dato del trimestre precedente o su analogo trimestre dell’anno precedente, o anno su anno. Una variazione percentuale positiva negativa o neutra dell’NII sul trimestre precedente può essere originata dalle azioni contrapposte dell’incidenza della riduzione dei volumi di credito (effetto negativo) versus i benefici (effetto positivo) della riduzione del costo del credito derivante da liquidità reperita dalla Banca presso BCE a onere contenuto mediante le operazioni TLTRO III (Targeted Long Term Financing Operations) delle quali molte banche hanno beneficiato nel 2020. Si noti che, in trimestrale, proprio con riferimento all’azione delle TLTRO III, non è insolito leggere del prolungato effetto benefico sull’NII dell’iniezione di liquidità mediante questo funding ‘atipico’ sulla redditività bancaria, grazie sia al prolungamento del TLTRO III stesso, anche rispetto alla precedente tornata di tale tipo di finanziamenti (TLTRO II) con benefici da minor costo del denaro sull’intermediazione pura, sia in conseguenza del ‘reinvestimento’ di tale liquidità in depositi a tasso maggiore presso BCE (le celebri riserve bancarie eccedenti la quota di riserva obbligatoria, sempre tenendo nell’adeguata considerazione il limite da multiplo ‘tiering’). Altre variabili che incidono sensibilmente sull’NII sono l’evoluzione dei tassi di mercato, riflessa nelle varianti di inclinazione in termini di steepening (irripidimento) o flattening (appiattimento) della curva dei rendimenti o di shift a ribasso o rialzo (traslazione) di tutti i tassi su differenti tenor (o scadenze). E’ importante inoltre valutare l’impatto sull’NII dell’eccesso di liquidità imputabile al boost fornito dal Quantitative Easing BCE e a fattori inerenti il mercato del credito come il calo della domanda di finanziamenti retail o corporate conseguente alla recessione. È possibile concentrarsi poi sulla analisi della composizione dei volumi di credito della Banca su totale crediti, in particolare su quale sia la quota di quelli ‘buoni’ o ‘in bonis’, originati da politiche creditizie oculate adottate della Banca. In tal senso, una riduzione degli stock di credito in bonis congiunta alla riduzione dei tassi e all’indebolimento dell’Euribor riconducibile all’enorme flusso di liquidità nel sistema registrato nel 2020, può aver pressato a ribasso il tasso medio attivo fissato alla clientela e aver inciso sensibilmente sulla riduzione dell’NII. Un altro fattore importante che ha influito sull’NII nel 2020 sono stati i blocchi da lockdown e la crescita del credito garantito dallo Stato introdotto nella legislazione nel 2020; tali fattori hanno avuto un effetto tendenzialmente negativo sull’NII. In relazione al credito garantito, si noti che la redditività della Banca può averne risentito negativamente a causa del re-pricing di forme tecniche di finanziamento a breve termine da parte della Banca e la loro sostituzione da parte della clientela con prodotti a redditività minore per la Banca. Per il 2021 non pochi esperti auspicano una crescita generalizzata dell’NII per molte banche, riconducibile all rimozione dei lockdown, nella ragionevole ipotesi che, usciti dalla fase peggiore della pandemia, il PIL torni a crescere. Le variazioni di NII positive possono essere riconducibili anche alle modalità mediante le quali la Banca è stata abile nel gestire il proprio rischio liquidità tasso e credito ( Interest Rate, Credit Risk Liquidity Risk Management). In sintesi, possiamo evidenziare tra le molte ma non tutte, alcune variabili che incidono sull’NII:
- il volume di credito in generale e la quota ‘in bonis’
- l’evoluzione dei tassi a breve, in particolare dell’Euribor e della curva
- il credito garantito dallo Stato, l’effetto ‘sostituzione’, il repricing
- il PIL e i lockdown
- la liquidità, le TLTRO 3
- politiche creditizie e conseguente quota ‘in bonis’ del portafoglio
- l’interazione tra domanda e offerta di credito