M&A bancarie: alcune considerazioni critiche– Gennaio 2025
di Ivo Invernizzi*
Alla luce del temuto calo del reddito da intermediazione finanziaria che potrebbe verificarsi nel 2025 (NII o Net Interest Income) le banche potrebbero cercare di diversificare le loro revenues allontanandosi dal reddito netto da interessi, mediante forme reddituali alternative (es.commissioni, reddito da prodotti bancassurance o da prodotti del risparmio gestito) dato che la Banca centrale europea sta riducendo i tassi di riferimento. Alcuni esperti attendono che, per alcune banche l’NII tocchi il fondo nella seconda metà del 2025 al più presto, pesando sulla loro redditività, con redditività netta sul capitale proprio tangibile che rimarrà (Return On Tangible Equity o ROTE) forse, tuttavia, penalizzato solo a decorrere dalla seconda metà del 2025 e nel 2026.
La crescita bancaria ‘inorganica’
La necessità di diversificare le categorie di reddito potrebbe indurre non pochi grandi marchi bancari europei a perseguire opportunità di crescita inorganica mediante Merger And Acquisitions (M&A), come driver di creazione del valore azionario, acquisendo:
– asset managers (società di gestione di fondi o organismi collettivi di investimento del risparmio)
– altre banche di dimensioni inferiori
La strategia di espansione nel mondo asset management perseguita da alcune banche sia mediante acquisizioni dirette, sia mediante accordi di distribuzione commerciale dei prodotti del risparmio gestito, potrebbe comunque comportare alcune controindicazioni.
Per esempio, si osserva che, alcuni gestori di piccola e media dimensione hanno dovuto fare i conti con pressioni sui costi, vincoli di margine e il più grande calo delle attività in gestione o AUM(Asset Under Management reduction), negli ultimi anni. Di conseguenza, le boutique di gestione patrimoniale e le società di asset management di piccole e medie dimensioni devono valutare la loro scala, la loro specializzazione, il mix di prodotti e la loro capacità complessiva di resistere alle pressioni delle aziende più grandi al fine di mantenere la redditività.
Forse nel 2025 gli asset manager cercheranno di espandere il ventaglio di offerta su nuovi prodotti come asset alternativi, credito privato e prodotti pensionistici complementari, mediante partnership o acquisizioni o joint venture.
Per quanto attiene le acquisizioni di banche di dimensione inferiore, indichiamo due tra le ratio di tali operazioni:
• sinergie di costo nel mondo HR, immobili, Information Technology
• sinergie di ricavo
Alcuni fattori legati al bilancio
Esistono alcuni punti ‘nevralgici’ del bilancio della banca acquirente che meritano attenzione in conseguenza dell’acquisizione:
• L’impatto dell’acquisizione sul CET1 ratio della banca che acquisisce (impatti sul capitale di migliore qualità e sulle RWA aggregate dalle due entities).
• I costi di integrazione.
• Impatti su asset quality dell’entità nascente (NPE o Non Performing Exposure ratio).
• L’eventuale badwill da Purchase Price Allocation (PPA).
• Impatto sul capitale di eventuali piani di buyback azionari.
• Dividendi in termini di payout ratio futuri promessi agli azionisti.
Fattori di complementarità commerciale
L’acquisizione di banche di dimensioni inferiori può apportare alla banca acquisitrice alcune ‘economie da complementarità’:
• geografica di rete sportelli distributiva.
• Per segmenti prodotto; ad esempio tra banca specializzata sul corporate PMI verso banca specializzata su retail
Il punto di vista BCE sulle fusioni bancarie transfrontaliere in UE
Terminiamo questo breve contributo, citando alcuni takeaways dello studio pubblicato su Financial Stability Review relativo alle M&A bancarie in eurozona pubblicato sul sito BCE nel 2021 in particolare, le fusioni e acquisizioni bancarie transfrontaliere:
• le fusioni e le acquisizioni bancarie sono spesso considerate un’opzione per ridurre la sovracapacità e la debole redditività nel settore bancario in UE.
• L’attività di M&A ha subìto un forte rallentamento nel settore bancario dell’area dell’euro in seguito alla crisi finanziaria globale.
• Le istituzioni più grandi e le banche con fondamentali più solidi hanno svolto un ruolo dominante come consolidatori del mercato bancario.
• L’attività di M&A bancaria nell’area dell’euro si è concentrata principalmente sulle transazioni all’interno dei mercati nazionali.
• Gli studi hanno rilevato che le fusioni e le acquisizioni bancarie seguono diverse motivazioni e non hanno un’unica motivazione dominante.
• L’analisi empirica mostra che le transazioni M&A bancarie transfrontaliere nell’area dell’euro tendono a seguire i collegamenti finanziari pre-esistenti.
• Le transazioni transfrontaliere hanno maggiori probabilità di verificarsi all’interno di cluster di paesi dell’area dell’euro.
• Mentre gli effetti aggregati delle fusioni sulle performance bancarie sembrano contrastanti nella letteratura, sono condizionati da una solida esecuzione e da un adattamento strategico.
• La redditività bancaria a seguito di fusioni transfrontaliere sembra differire da quella a seguito di fusioni nazionali interne, a seconda della tempistica delle transazioni.
• Le transazioni M&A che coinvolgono banche con posizioni di capitale e liquidità più deboli e maggiori inefficienze di costo sembrano produrre una maggiore redditività post-fusione.
• L’analisi econometrica suggerisce che in media le M&A bancarie portano a un miglioramento della redditività dell’entità risultante dalla fusione.
• Il rischio di credito e le strutture di finanziamento sembrano rilevanti per spiegare il miglioramento della redditività bancaria dopo una fusione.
• Il completamento dell’unione bancaria (banking union), che affronterebbe una delle principali fonti di frammentazione finanziaria, potrebbe sbloccare il potenziale delle transazioni M&A transfrontaliere.
*“i contenuti sono riferibili unicamente all’autore ed esprimono la sua personale opinione al 05/01/2025, non costituiscono alcuna raccomandazione d’investimento e non impegnano le società e istituzioni di appartenenza”
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RIFERIMENTI
Bank mergers and acquisitions in the euro area: drivers and implications for bank performance, Financial Stability Review, ECB, November 2021