Pagamenti digitali: il punto della situazione secondo BCE – Dicembre 2024
di Ivo Invernizzi*
- I risultati della survey 2024 sui pagamenti digitali
Segnaliamo ai lettori una survey condotta dalla Banca centrale europea (BCE) sugli atteggiamenti di pagamento dei consumatori nell’area dell’euro (Study on the Payment Attitutes in Euro Area – SPACE) nel 2024 che confronta questi risultati con quelli dei precedenti studi SPACE (2019 e 2022) con un precedente studio BCE sull’uso del contante retail nell’area dell’euro (SUCH) del 2016.Secondo lo studio, i consumatori europei hanno utilizzato strumenti di pagamento digitali mediante POS, sebbene il contante sia ancora utilizzato per importi minori. Anche in Italia, il contante è considerato un’importante opzione di pagamento dalla maggior parte dei consumatori.
Vediamo i principali risultati quantitativi di SPACE riferiti all’anno 2024 riassunti nel prosieguo. I dati in parentesi sono riferiti al report precedente del 2022.
• Nel 2024, il 75% dei pagamenti quotidiani è stato effettuato presso il POS e il 4% sono stati pagamenti da persona a persona (P2P), il 21% (17%) dei pagamenti era online.
• Controvalore pagamenti, 58% (68%) dei pagamenti era con POS, il 6% (5%) pagamenti P2P il 36% (28%) online.
• Il contante è stato utilizzato nel 52% (59%) delle transazioni.
• Lo strumento più importante è stata la carta, al 45% (46%). Il contante 39% (42%).
• Il contante metodo di pagamento più utilizzato per piccoli pagamenti a POS.
• Per i pagamenti superiori a 50 euro: carte metodo di pagamento più utilizzato.
• Pagamenti P2P:41% a contante, app mobile 33%,bonifici 9%, instant payments 6%.
• Pagamenti online: carte 48%(51%), wallet elettronici e app 29% (26%).
• Pagamenti ricorrenti: maggior parte con addebito diretto (bonifici al secondo posto).
• Preferenze dei cittadini europei: 55% su carta e cashless in negozi, 22% contanti, 23% non ha opinione.
• Propensione all’uso del contante: opinione favorevole come strumento di pagamento per il 62% (60%)
• Vantaggi psicologici percepiti da contante: anonimato e protezione privacy, consapevolezza e controllabilità spese.
• Vantaggi psicologici con carta: non trasportare contante, maggior semplicità e rapidità.
• Timore percepito nei pagamenti digitali: 58% è preoccupato per la privacy nei pagamenti digitali.
• Grado soddisfazione nell’accesso al contante: percepito dalla maggioranza dei consumatori di eurozona.
• Facilità di accesso a banca o bancomat: percepita dall’87% (89%).
• Addebito fee in caso di prelievo contante al bancomat: 57% non la ha pagata, l’11% la ha pagata.
• Prelievo contante presso esercizi commerciali: possibile per il 57% degli intervistati.
• Consumatori titolari di conto pagamenti: 93% (91% nel 2022).
• Titolari di carta di debito o credito: 92% (94% nel 2022).
• 24% dichiara che il metodo di pagamento preferito richiesto al commerciante non sempre era disponibile.
2. Banche centrali, tassi d’interesse, competizione nei pagamenti digitali, tassi attivi
Secondo uno studio pubblicato dal World Economic Forum, gli alti tassi di interesse che si sono riscontrati nella fase di hiking da parte delle banche centrali nel periodo primavera 2022- inverno 2023, hanno incentivato i consumatori a depositare o risparmiare denaro, aggiungiamo a questo anche l’elevato saggio di risparmio riscontrato durante la pandemia Covid 19 nell’intervallo primavera 2020- termine 2021. In particolare, lo studio storicamente ha riscontrato una forte associazione negativa tra il livello dei tassi di interesse delle banche centrali e il denaro in circolazione per pagamenti (anche digitali). Certamente non esiste una relazione causale diretta tra aggregati monetari in circolazione M1 e M3 e tassi ufficiali BCE, perché molti sono i fattori in gioco da valutare. Tuttavia, secondo gli autori dello studio, storicamente, gli alti tassi di interesse delle banche centrali svolgono un ruolo nel ridurre inflazione per il tramite della riduzione della quantità di denaro in circolazione. Il picco inflazionistico globale riscontrato dopo la pandemia ha spinto le banche centrali ad aumentare i rispettivi tassi di interesse. In alcune economie si è riscontrato il calo del denaro contante a favore del denaro digitale. Ad esempio, la valuta in circolazione è scesa dal 10,4% del PIL negli Stati Uniti nel 2021 all’8,6% nel 2022; per l’Eurozona, è sceso dal 10,1% del PIL nel 2021 al 9,8% nel 2022. È ormai ben noto ai lettori che la fase di hiking dei tassi delle banche centrali è terminata. Elevati tassi di interesse nel periodo post pandemico hanno attratto denaro verso i depositi riducendo secondo alcuni la quantità di denaro contante ‘speso’ e in circolazione. Gli autori sostengono che questo maggior risparmio potrebbe aver alimentato la transizione ai pagamenti digitali. E la stessa BCE ha fatto sapere che: ‘Stiamo lavorando con le banche centrali nazionali dell’area euro per esaminare la possibile emissione di un euro digitale. Sarebbe una valuta digitale della banca centrale, un equivalente elettronico del denaro contante. E integrerebbe banconote e monete, dando alle persone una scelta aggiuntiva su come pagare.’
Osservando ‘l’altra faccia della medaglia’ ovvero l’NII delle banche e i tassi attivi applicati sui prestiti, segnaliamo un altro studio pubblicato sul Journal of Financial Stabilty che mette in relazione la fornitura di servizi di pagamento digitale da parte delle banche con il costo marginale della liquidità da esse sostenuto e i tassi medi attivi applicati alla clientela prenditrice di credito (lending rates). In particolare, nell’arena competitiva dei pagamenti digitali esistono fondamentalmente due player: banche e PSP (Payment Services Providers). I secondi generalmente forniscono alla clientela solo un servizio di pagamento puro senza fare intermediazione finanziaria classica e credito ad aziende e privati come fanno le banche. C’è però un però: anche per servirsi di un servizio di pagamento mediante PSP è spesso richiesto un conto corrente bancario ‘a supporto’.
Citiamo un passo del citato studio che relaziona il costo del funding per le banche, la competizione con i PSP, le commissioni per pagamenti digitali e il tasso medio applicato ai crediti.
“Il tasso sui crediti dipende dall’uso della valuta digitale per i pagamenti se il costo di funding delle banche non è separabile nel volume di depositi e prestiti. Con una commissione più alta per le transazioni in valuta digitale o una commissione di bonifico bancario più bassa, i consumatori tendono a pagare di più mediante il loro conto corrente bancario, il che aumenta il costo di reperimento della liquidità delle banche. Ciò implica che le banche trasferiscono costi più elevati di adeguamento delle loro esigenze di liquidità ai mutuatari, con conseguente aumento del tasso di applicato ai crediti. Pertanto, in equilibrio, se le banche reagiscono alla concorrenza con i PSP digital riducendo la commissione per i bonifici bancari, il tasso di prestito di equilibrio aumenta.”
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*“i contenuti sono riferibili unicamente all’autore ed esprimono la sua personale opinione al 29/12/2024, non costituiscono alcuna raccomandazione d’investimento e non impegnano le società e istituzioni di appartenenza”
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RIFERIMENTI
As digital currencies become more popular, could we be seeing the end of cash?, World Economic Forum, 15 March 2023
https://www.weforum.org/stories/2023/03/could-we-be-seeing-the-end-of-cash-digital-currency/
Digital payments and bank competition, Journal of Financial Stability, Volume 73, August 2024
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S157230892400072X
Survey on Payment Attitudes of Consumers in the Euro area (SPACE) in 2024. ECB, December 2024
https://www.ecb.europa.eu/stats/ecb_surveys/space/html/ecb.space2024~19d46f0f17.en.html