La vittoria di Trump alle presidenziali: possibili implicazioni per il settore finanziario – Novembre 2024
di Ivo Invernizzi*
Ormai è deciso: Trump sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America per i prossimi 4 anni. E’ ben noto ai lettori l’impatto sul commercio internazionale imputabile all’aumento dei dazi verso Cina e Europa, ma anche il beneficio che potrebbe giovare a settori quali la difesa, l’high tech, il banking dei grandi attori dell’arena competitiva americana, nonostante l’importante impatto derivante dall’atteso blocco dell’immigrazione e dall’inasprimento dei rapporti col Messico conseguenti alla vittoria Trump. E last but not least, la tanto attesa detassazione delle imprese.
Sintetizziamo alcune (ma non tutte) le probabili ma non certe implicazioni importanti della vittoria Trump per il settore bancario e finanziario a stelle e strisce, principalmente di matrice legislativa:
• ridurre l’impatto della nuova regolamentazione di Basilea 4 (Basel 3 endgame) da finalizzare forse nel 2026) rinviandola o rendendola ‘più lasca’. Alcuni esperti valutano l’impatto in termini di maggior patrimonializzazione degli 8 principali istituti bancari statunitensi nel 9% medio di maggior CET1 (capitale bancario di miglior qualità).
• Potrebbe venire meno per le grandi banche statunitensi soggette al perimetro Basilea la necessità di aumenti di capitale che le rendano compliant ai dettami di Basilea.
• Possibile cambio di dirigenza alla Consumer Financial Protection Bureau con conseguente sospensione delle iniziative legislative Biden che potevano appesantire l’operato di istituzioni finanziarie attive nel mondo dei pagamenti dando un ulteriore boost al comparto del credito al consumo.
• Sospensione del lavoro legislativo dell’era Biden introdotto dal Financial Stability Oversight Council con focus normativo su rischio sistemico dei grandi asset manager e degli Hedge fund (soggetti dello shadow banking).
• Possibile nuova governance alla Securities Exchange Commission forse più favorevole al fenomeno della tokenizzazione finanziaria.
• Probabile sospensione della proposta Fed sulla regolamentazione delle banche regionali (che, lo ricordiamo sono oltre 4.500 e non rientrano nel perimetro Basilea)
• Ancora, con riferimento alle piccole banche, la presidenza Trump potrebbe favorire le fusioni. Gli analisti prevedono che sempre più piccole banche si uniranno per proteggersi dai creditori più grandi e per migliorare la tecnologia per restare competitive.
• La presidenza Biden ha combattuto a lungo contro le cosiddette ‘junk fees’ addebitate da alcune piccole banche alla clientela visto come ‘non fair’. Trump potrebbe sospendere tutto questo consentendo alle piccole banche maggior margine di manovra.
• Probabile limitazione dell’utilizzo dei criteri ESG nella concessione del credito (esempio esclusioni di alcuni settori ‘high risk’ come avviene nel caso di Net Zero Banking Alliance in Europa) alle aziende ‘non ESG compliant’ potrebbe essere un altro orientamento di liberalizzazione finanziaria di matrice repubblicana favorevole alle imprese di alcuni settori.
• Una nuova dirigenza di derivazione repubblicana dell’Office of Comptroller, altro grande ente di supervisione finanziaria americano, potrebbe ridurre la pressione della vigilanza sulle banche
• Possibile nuovo impianto legislativo a favore dell’introduzione delle criptovalute fortemente caldeggiato al Congresso dai repubblicani.
In conclusione, per le banche americane, La vittoria elettorale di Donald Trump è un “punto di svolta normativo” in termini di deregolamentazione per le banche americane. Più mercati liberi, meno controlli severi e un rischio normativo ridotto andranno a vantaggio delle grandi banche che ridurrano molto il loro ‘fardello amministrativo. Una nuova dirigenza Fed con governance di derivazione repubblicana potrebbe favorire la deregulation per il settore bancario, attribuendogli un boost competitivo importante anche nell’arena internazionale qualora dovessero confrontarsi con le banche europee.
*“i contenuti sono riferibili unicamente all’autore ed esprimono la sua personale opinione al 06/11/2024, non costituiscono alcuna raccomandazione d’investimento e non impegnano le società e istituzioni di appartenenza”
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