Il mercato assicurativo e le polizze obbligatorie in Italia -Ottobre 2024
di Giovanni Rosario Clemente*
Il mercato assicurativo in Italia come si evince dalla relazione Ivass (Roma 24/06/2024) relativa alle attività svolte dalle compagnie assicurative nell’anno 2023, evidenzia dei dati significativi. La raccolta dei premi vita è stata pari a 91.2 Mld. di euro riducendosi del – 3,3% rispetto all’anno precedente e avviene per il 57,4% tramite sportelli bancari e postali, il 27%,4% tramite agenzie assicurative ed il 13,6% dai consulenti finanziari. Mentre per il ramo danni la raccolta premi è stata pari a 38 mld. di euro, quest’ultima cresce del + 6,6% rispetto all’anno precedente (2022) e avviene per il 76,6% tramite agenzie assicurative, il 10,2% tramite broker, l’8,7% tramite gli sportelli bancari e postali, il 4,1% tramite vendita diretta e dello 0,3% tramite consulenti finanziari.
I premi assicurativi complessivi rispetto al P.I.L. sono stati pari al 6,2%, di cui il 4,4% per i rami vita e l’1,8% per il ramo danni. L’Italia è il 9° paese OCSE per rilevanza nel settore Vita rispetto al PIL, ma solamente al 24° posto per il settore danni.
Questi dati confermano che l’Italia è un paese sotto assicurato soprattutto nel settore danni.
Come sappiamo, i prodotti ed i servizi assicurativi in particolare, si realizzano secondo concetti di marketing (analisi domanda e offerta), in funzione del mercato di riferimento, della stessa competitività delle compagnie, ma anche sulle cosiddette variabili macroeconomiche.
Le variabili macroeconomiche le possiamo anche ritrovare nelle linee di investimento di alcuni prodotti assicurativi di ramo vita, ad esempio sulle polizze d’investimento collegate ad un’economia sostenibile (E.S.G.), oppure nella stessa transizione digitale ed ancora nelle nuove norme europee, ma le ritroviamo anche e soprattutto sui crescenti rischi legati al cambiamento climatico, che stanno avendo un forte impatto sia sui modelli di business delle imprese assicurative (ramo danni), che negli stessi organi statuali.
Pensiamo per esempio all’aumento dei disastri ambientali e delle catastrofi naturali, come gli allagamenti, le alluvioni, i terremoti, i sismi, oltre a causare dei danni ingenti, bloccano un’economia di uno stato, di una regione e di un paese intero.
Come riporta un articolo del “Sole 24 Ore del 18/05/2024”, in Europa oggi i beni assicurati e tutelati economicamente, sono meno di un quarto delle perdite dovute ad eventi catastrofali/climatici. Tale gap, è ben più evidente in Italia. Tant’è, che l’EIOPA (autorità europea sulle assicurazioni) ha evidenziato che l’Italia dopo la Grecia è la nazione europea con il più ampio divario tra il rischio di calamità naturali ed il grado di copertura assicurativa.
Ecco perché i nostri organi statuali, hanno deciso d’imporre l’obbligo delle polizze catastrofali, cominciando proprio dalle Imprese, per sottolineare l’impegno e l’onere economico che dovrà sopportare lo stato attraverso le proprie finanze pubbliche, per garantire sicurezza e ricostruzione delle aziende, avvalendosi appunto di competenze tecniche/assuntive delle stesse compagnie di assicurazioni nella gestione dei rischi.
II meccanismo assicurativo permette di ripartire i costi dei danni sull’intera collettività degli assicurati utilizzando i premi raccolti, secondo il principio di mutualità.
In Italia alcune polizze assicurative di ramo danni sono obbligatorie per Legge e le possiamo distinguere:
– nelle polizze di responsabilità civile Auto (R.C.A.)
– polizze casalinghe, sottoscrizione obbligatoria con l’INAIL per coloro che lavorano in casa
– nelle polizze di assicurazioni sulla vita e contro i rischi d’impiego, in caso di prestiti relativi alla cessione del quinto dello stipendio.
Tuttavia, con la legge di bilancio 2024 ed esattamente (legge 213/2023) all’art.1 – commi da 101 a 111, viene introdotta una quarta tipologia di polizza assicurativa obbligatoria, ed è quella dedicata a tutte le imprese. Infatti, corre l’obbligo per le imprese che hanno sede legale in Italia o all’estero ma con una stabile organizzazione in Italia, di stipulare contratti di assicurazioni per la tutela e la copertura dei rischi catastrofali, cagionati dalle calamità naturali.
Le garanzie assicurative si riferiscono ai rischi derivanti da: alluvioni, sismi, eruzioni vulcaniche, frane, fenomeni di bradisismo, inondazioni, esondazioni, terreni, fabbricati Impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali. Le imprese coinvolte sono quelle che sono tenute all’iscrizione nel registro delle imprese in base all’art. del codice civile n° 2188, con la finalità di tutelare economicamente l’imprenditore dai danni causati ai beni immobili, al loro contenuto, ai terreni e agli stessi beni strumentali per l’attività.
L’obbligatorietà assicurativa delle polizze catastrofali non si applicherà agli imprenditori agricoli e ai liberi professionisti, per tali categorie le polizze rimarranno facoltative.
L’obbligo della polizza catastrofale scatterà dal primo gennaio 2025, quindi le imprese devono sottoscriverla entro il 31/12/2024. Diversamente, se le imprese non l’avranno sottoscritta, nel caso di eventi catastrofali, non avranno diritto a nessuna agevolazione contributiva né a sovvenzioni pubbliche.
Lo stesso varrà per le compagnie assicurative che hanno l’obbligo di emettere polizze per le aziende e non possono rifiutare di farlo. Infatti, in caso di rifiuto, possono essere sanzionate con una multa amministrativa che oscilla tra € 100.000,00 ed € 500.000,00.
E’ molto importante sottolineare, che la normativa di legge oggetto del presente articolo, introduce due aspetti rilevanti:
1) Introduce l’obbligo per imprese assicurative di anticipare il 30% del danno a seguito dei sinistri collegati agli eventi catastrofali.
2) I premi assicurativi versati alle imprese per la sottoscrizione delle polizze assicurative saranno proporzionati al rischio, considerando l’ubicazione, la zona geografica dell’azienda, la vulnerabilità del territorio e le probabilità degli stessi accadimenti catastrofali.
Le garanzie previste nelle polizze da parte delle compagnie assicurative, avranno comunque dei capitali assicurati fino a 1 milione di euro, come pure conterranno delle franchigie con un massimo del 15% del danno subito.
Le compagnie di assicurazioni possono assumere direttamente l’intero rischio assicurativo sia in co-assicurazione, che in forma consortile (collegata cioè ad una pluralità d’imprese). Unitamente, possono ri-assicurarsi con SACE (gruppo assicurativo-finanziario italiano, direttamente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze), che fa parte della Cassa Depositi e Prestiti. La SACE rilascia delle garanzie, riassicurando le compagnie e garantendo una copertura degli indennizzi pari al 50%, per ridurre il rischio delle stesse imprese assicurative a seguito di eventi catastrofali.
Quindi è lo Stato che garantisce.
Comunque, è opportuno conoscere che le “riassicurazioni “, nel caso particolare delle polizze con garanzie catastrofali per le imprese, hanno la finalità di far mantenere un determinato equilibrio finanziario alle stesse compagnie di assicurazioni, secondo un preciso rapporto tra “premi incassati e sinistri pagati”.
Ma al di là dell’obbligo legislativo, è importante comprendere l’effettiva utilità di questa polizza per la protezione del patrimonio aziendale e per la continuità operativa, in caso di eventi naturali imprevisti.
Le polizze catastrofi naturali (denominate anche CAT-NAT), non rappresentano solo un onere burocratico, ma un investimento sulla sicurezza delle imprese italiane, rappresentano una protezione ed una garanzia di continuità delle attività produttive, riducono i tempi di inattività in caso di sinistro. La stipula di una polizza contro le catastrofi naturali non deve essere considerata solo un dovere, ma una scelta strategica per garantire la protezione dell’impresa a lungo termine
L’obbligo di dotarsi di una polizza (CAT-NAT), rientra in una visione più ampia di gestione del rischio, che vede la cultura assicurativa come un elemento fondamentale per la continuità delle imprese. Adottare una cultura assicurativa significa guardare oltre le contingenze immediate, valutando i potenziali rischi futuri e predisponendo le giuste tutele per salvaguardare il proprio business.
L’innovazione di prodotto, la competitività, la qualità dell’offerta dei prodotti di protezione assicurativa, le competenze dei canali distributivi rappresentano quindi delle variabili molto importanti per il mercato assicurativo e bancassicurativo.
Visti dal mondo del credito, passano quindi da questi snodi le prospettive ed il futuro della bancassurance italiana.
“I contenuti sono riferibili unicamente all’autore ed esprimono la sua personale opinione al 25/10/2024. Non costituiscono alcuna raccomandazione d’investimento e non impegnano le società e istituzioni di appartenenza”.
*Esperto formatore in Bancassurance