di Ivo Invernizzi
Qualora un gruppo bancario ‘multibusiness’ disponga di una parent company e distinte legal entities (controllate) impegnate in attività di gestione caratteristica operativa differente o sia organizzata in divisioni coincidenti con differenti strategic business unit (SBU) o segmenti di business spesso afferenti a distinte società controllate di:
- Retail Banking
- Corporate Banking
- Insurance
- Private Equity
- Asset-Portfolio Management (SGR)
La creazione di valore avviene in modo differente per ciascuna legal entity o SBU. E’ in tal senso possibile stimare autonomamente il valore di ogni SBU o controllata mediante metodologie diverse (esempio metodo dei multipli di mercato con uso PE, PEG (Price Earning to Growth), PTBV (Price To Book Value) ratio, metodo FCFE o Free Cash Flow to Equity, metodo DDM o Dividend Discount Model, Residual Income Model, EV/EBITDA Enterprise Value su Ebitda model). Tale conclusione deriva da una stima distinta per ogni business unit di: flussi di cassa, dividendi, tassi di attualizzazione dei flussi, Earning Per Share (EPS), Risk Weighted Assets (RWA), caratterizzati da distinti rischi di mercato, di credito, operativi, etc. E’ possibile pervenire a una valutazione di Gruppo mediante il metodo ‘Sum of The Parts’ o SoTP (di somma delle parti anche nota come ‘break-up analysis’), cioè sommando le valutazioni autonome di ogni controllata. Addentrandosi in una breve applicazione pratica, la valutazione di un gruppo bancario potrebbe prevedere ad esempio di stimare separatamente il valore della:
- Capogruppo o parent company A con valor medio da EVA (Economic Value Added) e da DDM.
- Banca commerciale retail al fair value della partecipazione detenuta dalla capogruppo.
- Controllata insurance con una percentuale del book value degli asset under management (AUM).
- Banca commerciale corporate utilizzando il multiplo PTBV (Price to Book Value).
- Società di private equity -venture capital a un moltiplicatore X EPS (earning per share forward).
- SGR utilizzando il GGM (Gordon Growth Model, caso particolare del DDM).
Noi di AnalisiBanka aggiungiamo che la diversificazione dei gruppi bancari su distinti segmenti di business in questo tempo di pandemia può essere ‘un antidoto’ alla concentrazione dei rischi. Alcuni studi empirici evidenziano che, nel 2020 le ‘big’ tra le banche europee, rispetto alle grandi concorrenti americane sono state più concentrate sulle aree di business credito retail e corporate e meno sull’ investment banking e asset management. D’altro lato, il ‘business model del credito’ all’europea rispetto a quello statunitense è in media rivolto a ‘clientela più sicura’ con minor rischio di credito, quindi RWA inferiori rispetto agli asset totali. Si aggiunga inoltre che, le maggiori banche europee hanno utilizzato modelli interni per il rischio di credito che possono implicare un risparmio in RWA, quindi un maggiore CET1 .