di Ivo Invernizzi
Siamo in un periodo cruciale in cui vengono pubblicati i risultati trimestrali del quarto trimestre 2020 e annuali 2020 per molte banche. Qui di seguito desideriamo fornire ai lettori una guida rapida e semplice ad alcune tra le voci di conto economico più importanti, meglio conosciute come ‘key figures’ che leggiamo nelle trimestrali e nei bilanci, per capirne il significato ai fini della profittabilità della Banca e soprattutto per comparare i conti economici di banche differenti tra loro.
Revenues: sono i ricavi della banca fondamentalmente composti da interessi attivi. l ricavi derivano dalla somma del reddito da interessi netti e dei redditi ‘diversi’ da interessi. I redditi diversi comprendono anche le cosiddette ‘fees’ o commissioni nette.
Net interest income: reddito netto da interessi, in termini molto semplici e chiari si tratta del prodotto tra differenza tra tassi attivi e passivi e volumi di crediti. Le operazioni di trasferimento liquidità da BCE verso le banche mediante TLTRO (Targeted Long Term Financing Operations) hanno ridotto il costo del funding agevolando l’aumento del net interest income per molte banche.
Fees: si tratta di tutti i tipi di commissioni. Sono classificate in tre principali tipologie:
- Investment fees: da investimento connesse a servizi di investimento alla clientela;
- Transactional fees: commissioni fisse per transazioni ad esempio per operazioni su carte di credito;
- Financing fees: commissioni addebitate alla clientela per operazioni di finanziamento.
Trading income: utili derivanti da operazioni effettuate sia per conto della clientela sui mercati finanziari (vedi es servizio di Trading On Line) sia da trading proprietario della Banca.
Dividends: le distribuzioni di capitale sotto forma di dividendo per le banche europee, a causa della pandemia sono come noto state ‘contingentate’ da BCE fino a fine 2021.
Operating costs: si tratta dei costi vivi di esercizio, tra essi quelli originati dalle reti di sportelli fisici, la cui incidenza è misura dell’efficienza della Banca.
Underlying net profit: Il ‘profitto sottostante’ è una misura contabile interna che ha il fine di evidenziare ciò che ritiene sia un riflesso più accurato di quanto denaro ‘reale’ genera nell’evolvere della propria gestione caratteristica operativa. Il numero si concentra sugli eventi del ciclo contabile regolare e spesso esclude addebiti una tantum o eventi poco frequenti come le operazioni di spin-off, Purchase Partial Allocation, M&A.
Underlying ROTE: il Return On Tangible Equity ‘underlying’ o sottostante deriva da un quoziente dove a numeratore è posto l’underlying profit su descritto e a denominatore l’average tangible shareholder equity. Il capitale posto a denominatore è ‘tangibile’ perché esclude poste immateriali come il goodwill e il debito convertibile in azioni ordinarie e privilegiate.
Noi di AnalisiBanka evidenziamo che, non di rado, gli obiettivi di natura economico-patrimoniale di medio termine di alcune banche includono i target di ROTE, di robustezza patrimoniale-capitale (distinguibile nel parametro CET1 ratio obiettivo e nei buffer di requisito di capitale richiesti dalle autorità regolamentari) di dividendo (tenendo in debita considerazione l’MDA, Maximum Distributable Amount o massima quota di capitale distribuibile sotto forma di dividendo prevista dalle autorità regolamentari), il costo del credito, o ancor più precisamente il Costo del Rischio calcolato dal Risk Management della Banca (Cost of Risk o COR), gli accantonamenti per perdite su crediti (Loan Loss Provisions o LLP sui quali hanno inciso pesantemente gli effetti negativi della pandemia Covid-19 ) la crescita dei ricavi (revenue growth).