di Ivo Invernizzi
Nell’ultima nota Covid-19 ‘I conti economici e finanziari durante la crisi sanitaria del Covid-19’ pubblicata sul portale Banca d’Italia il 14 gennaio 2021, si possono evincere alcuni dati quantitativi interessanti con riferimento alla composizione degli attivi finanziari, sia sul bilancio Bankit, sia sui bilanci bancari italiani in genere, in particolare sull’incidenza dei titoli di Stato. L’analisi di flusso riguarda l’intervallo 1 gennaio – 30 giugno 2020, i dati di stock sono stati misurati alla data del 30 giugno 2020. In dettaglio, citiamo testualmente alcuni tratti salienti del rapporto:
- ‘la maggiore raccolta di depositi proveniente da famiglie e imprese è ampiamente confluita in una sottoscrizione di titoli di Stato nel portafoglio delle banche’.
- ‘L’espansione dell’attivo delle società finanziarie è stata guidata dagli ingenti acquisti di titoli di Stato italiani.’
- ‘La Banca d’Italia ne ha acquistati (al netto di cessioni e rimborsi) quasi 90 miliardi nel primo semestre 2020. A fine giugno 2020 la quota di titoli di Stato italiani sul totale attivo finanziario era superiore a circa il 40% del suo attivo finanziario totale (composto da biglietti, monete, depositi, titoli di debito, derivati, prestiti, azioni e partecipazioni etc.)’
- ‘Il sistema bancario ne ha acquistati quasi 60 miliardi , lo stock di titoli di Stato italiani in portafoglio ha raggiunto l’11 per cento del totale delle attività finanziarie del sistema bancario.’
- ‘L’espansione delle attività finanziarie del settore bancario (5,4 per cento rispetto al primo semestre del 2019) ha riflesso la crescita dei titoli di debito in portafoglio (14,7 per cento), soprattutto nelle componenti emesse da Amministrazioni centrali e da non residenti, nonché l’aumento dei depositi (12,2 per cento), soprattutto presso la Banca d’Italia.’
Nella sostanza, almeno nella prima parte del 2020, le banche si sono riconfermate strumento privilegiato di sostegno al settore pubblico (sia Stato Italiano sia amministrazioni centrali), hanno facilitato l’afflusso del credito all’economia reale penalizzata dal lockdown nel periodo marzo-maggio 2020, in un momento delicato che ha messo a dura prova la continuità aziendale di molte attività produttive del nostro paese, veicolando inoltre il risparmio del settore privato di famiglie e imprese all’acquisto di titoli governativi da destinare al portafoglio finanziario di proprietà.