Autore: prof. CARRANO Salvatore
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La BCE, a inizio novembre, ha concluso un “esercizio di valutazione approfondita” su quattro banche europee, tra le quali è compresa l’italiana Banca Mediolanum S.p.A.. I risultati della valutazione, per le sole tre banche (tra cui la Mediolanum) che hanno fornito il consenso alla divulgazione, sono disponibili sul sito della BCE https://www.bancaditalia.it/media/bce-comunicati/documenti/2016/ssm_sr161104_it.pdf.
La “valutazione approfondita” è obbligatoria per quelle banche che sono già, o lo saranno in seguito, “sottoposte alla vigilanza diretta della BCE sulla base dei criteri di significatività di cui all’articolo 6, paragrafo 4, del Regolamento (UE) n. 1024/2013”.
Il suddetto articolo, nel paragrafo menzionato, disciplina i poteri di vigilanza della BCE “rispetto a enti creditizi, società di partecipazione finanziaria o società di partecipazione finanziaria mista, ovvero succursali, stabilite in Stati membri partecipanti, di enti creditizi stabiliti in Stati membri non partecipanti. Pertanto, le succursali stabilite in uno Stato membro partecipante da un ente creditizio stabilito in uno Stato terzo non rientrano nelle funzioni di vigilanza attribuite alla BCE. Di conseguenza, tali succursali non sono soggette agli obblighi di segnalazione di cui al presente regolamento. Inoltre, le succursali stabilite in uno Stato membro partecipante da un ente creditizio stabilito in un altro Stato membro partecipante dovrebbero essere escluse da tali obblighi di segnalazione perché tali obblighi devono essere applicati al livello del soggetto vigilato che ha stabilito la succursale”.
La valutazione è avvenuta esaminando la qualità degli attivi (asset quality review, AQR) ed effettuando una prova di stress.
Il giudizio della valutazione espresso dalla BCE è il seguente:
“Nessuno dei tre intermediari ha registrato valori inferiori alle relative soglie di riferimento per effetto dell’AQR e della prova di stress; le banche non presentano quindi carenze patrimoniali in esito alla valutazione approfondita”. E, continuando: “Tuttavia, coerentemente con l’approccio adottato per gli esercizi del 2014 e del 2015, ci si attende che le banche intraprendano azioni mirate a fronteggiare i rilievi qualitativi emersi dall’AQR, ad esempio le carenze in tema di politiche e processi e gli elementi di debolezza relativi ai sistemi informativi”. La seconda parte del giudizio espresso dalla BCE sembra smentire l’apprezzamento iniziale sulle banche esaminate rilevando, infatti, “carenze” di processi e “debolezze” legate all’informatizzazione e all’innovazione tecnologica.
I criteri Eba per la valutazione degli attivi, prevedono che il capitale primario (azioni ordinarie e riserve di utili) non potrà essere inferiore a una percentuale calcolata sul complesso degli investimenti effettuati dalla banca.
Dai valori risultanti dalla valutazione, nessuna delle tre banche dovrà procedere ad aumenti di capitale per far fronte ai rischi operativi, nello stesso tempo, però, la BCE segnala dei rilievi qualitativi (evidentemente non di capitale), forse organizzativi e di “rinnovamento digitale” che dovranno essere affrontati e gestiti dalle banche esaminate. Il documento pubblicato dalla Banca d’Italia è soltanto un comunicato stampa schematizzato, conciso e conforme al tipo di informazione che intende diffondere, tuttavia, la curiosità di conoscere quali indicatori spingano la BCE a esprimere un giudizio, per quanto chiaramente positivo sulle carenze patrimoniali, almeno altrettanto poco rassicurante sui piani strategici e operativi delle banche valutate, resta insoddisfatta. E comunque, non c’è minimamente motivo di dubitare sulla rigorosità e sull’ottemperanza della valutazione effettuata, né tanto meno si possono ipotizzare intendimenti tendenziosi o finalizzati ma, l’assenza di qualsiasi commento esplicativo, sui segnali che motivano le preoccupazioni espresse con dei rilievi qualitativi solo congetturati e presunti, un po’ disattende le aspettative promesse dal tipo di valutazione (approfondita).